L’Islamophobia; l’uso paradossale dei giudizi di valori e gli errori che confondono i livelli di riferimento

Un altro metodo di presentare l’Islam negativamente è quello di usare i giudizi di valori in modo paradossale come se avessero due significati diversi a secondo del caso.

  1. Nell’Occidente è presente l’opinione molto diffusa che vede l’Islam come minaccia della sua cultura per il fatto che possiamo esprimere con la frase “non è una religione occidentale”. Invece la religione Cristiana viene considerata occidentale. Di fatto però tutte i due nascono in Medio Oriente.
  2. Sembra essere l’obbiettivo del secolo nell’Occidente l’idea di non avere persone marginalizzate. Basandosi anche in questa idea viene legittimata il lobbying dei matrimoni omosessuali. Essi, vengono presentati come una cosa normale che tende ad essere trasformato in un diritto. Invece quando si tratta la questione delle donne che portano il velo nelle scuole e ambienti lavorativi non viene considerato lo stesso giudizio di valore di non avere persone marginalizzate.

Altro elemento che rafforza l’islamophobia è quello di confondere i livelli di riferimento su certi questioni.

  1.  È assai comune l’idea sbagliata che confonde la volontà del governo con la volontà della loro popolazione. Questa idea non riguarda solo l’Islam ma credo che è un nostro abitudine di confondere questi due livelli. Quindi, quando si parla dell’Islam c’è la predisposizione di non identificarlo con la volontà della popolazione di un paese ma con la volontà politica di quel paese. Le realtà politiche di molti paesi islamici non riflettano i principi dell’Islam. Ci sono altri fattori in gioco da prendere in considerazione, partendo dalle due Guerre Mondiali, la Guerra Fredda, i poteri di influenza mondiale ecc.
  2. Quando si parla di religione in sociologia, si fa la differenza tra due livelli: I- appartenenza religiosa e II- pratica religiosa. I media definiscono un persona come musulmano partendo dal suo paese di origine. Questa categorizzazione è di primo livello e quindi è meglio definirlo come appartenente religioso dell’Islam ma non automaticamente un musulmano. Se vogliamo usare correttamente il termine, un vero e proprio musulmano è quello che è musulmano non per causa dell’apparteneza religiosa ma per causa della convinzione religiosa. Riferndosi al Corano si capisce che un elemento fondamentale per essere considerato musulmano è la sincerità religiosa. Riteniamo che è meglio definire musulmani coloro che sono praticanti religiosi non solo delle pratiche religiose nel senso stretto del termine ma anche nell’agire sociale secondo i principi giusti nell’Islam.

Queste dicotomie nell’uso dei giudizi di valori e nell’errore di confondere i livelli delle cose, devono essere importanti da tenersi conto quando si parla dell’Islam nei media o nell’opinione pubblica.

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